Hai mai considerato quello che provano i tuoi figli?
Il ritorno a scuola dopo le vacanze estive coinvolge tutta la famiglia ed è sempre un momento topico.
Prendiamo il caso di una famiglia con un figlio alle elementari e uno alle medie: ormai sono alcuni anni che vivono “l’ansia da settembre”.
Ma per un motivo o per l’altro non sono ancora riusciti a trovare un modo per gestirla e risolverla.
Analizzando la cosa con Paolo, genitore con cui ci siamo confrontati in merito ad una situazione simile, ci siamo resi conto che dal rientro dalle vacanze estive a quando inizia la scuola ogni membro della famiglia va un po’ per la sua strada:
- per Paolo tutto deve essere perfetto e affrontato immediatamente
- la moglie Anna rimanda tutto all’ultimo minuto e di conseguenza è super agitata
Ognuno a suo modo si occupa delle questioni pratiche, come l’acquisto dei materiali scolastici e le iscrizioni alle ultime attività extra curricolari, spesso non coinvolgendo sufficientemente, in alcuni casi affatto, i figli nelle scelte.
I figli lasciati in disparte (anche nelle loro emozioni)
I figli, un po’ per ruolo e un po’ perché messi ai margini, si lasciano trasportare e sballottare fino al primo giorno di scuola ancora legati ai ritmi e ai sentimenti vacanzieri.
Al mattino del primo giorno di scuola Anna e Paolo sono già stremati e insofferenti per la corsa ai preparativi.
In più vengono investiti dalle inaspettate, per loro, resistenze dei figli ad alzarsi al suono della sveglia e a prepararsi velocemente.
fanno anche fatica a capire l’aspra manifestazione delle loro ansie per l’incombente e per niente preparato rientro a scuola, trasformando la mattinata in una battaglia senza quartiere.
Ho chiesto a Paolo secondo lui quale fosse il motivo di tutto questo e lui, che non si era mai posto il problema, ha risposto che si sono sempre occupati del ritorno a scuola esclusivamente dal punto di vista pratico senza gestire l’aspetto emotivo dei loro figli, aggiungendo che dal quel punto di vista erano già abbastanza stressati per la ripresa delle loro attività.
Ho anche chiesto se avessero un’idea dei sentimenti dei loro figli rispetto al ritorno a scuola dopo le vacanze estive e lui mi ha risposto che dava per scontato che fossero più o meno gli stessi di quelli che provava lui ai suoi tempi.
Il confronto con i ragazzi e quelle ansie non dette
Con Paolo abbiamo deciso di sondare la cosa e, a parte il classico dispiacere per la fine delle vacanze e il tipico malumore per il ritorno ai doveri e alle difficoltà degli studi, Paolo ha scoperto che suo figlio maggiore aveva un solo pensiero in testa, Giulia.
Mentre il più piccolo era tutto preso dall’idea di affrontare quel bullo di Giuseppe, che l’anno prima lo infastidiva quasi ogni giorno, con le tecniche imparate al corso di arti marziali frequentato al campo estivo.
In un colpo solo Paolo è venuto a conoscenza del bullo Giuseppe e del corso di arti marziali.
Allora abbiamo deciso di lavorare sull’affiancamento dei ragazzi e sulla gestione delle loro esigenze.
Per i genitori è stato istruttivo e appagante entrare nel mondo emotivo dei loro ragazzi e hanno imparato che chiedere e ascoltare apre la strada a mondi molto interessanti.
A proposito: si è poi scoperto che il bullo Giuseppe, una volta messo al suo posto, è risultato addirittura simpatico!
Così, alla fine, le ansie da primo giorno di scuola si sono placate e Paolo e Anna hanno anche notato che si sono notevolmente distratti rispetto alle loro ansie da rientro.
In più, in una logica di dare e avere, essendosi interessati delle questioni dei loro figli, questi a loro volta sono stati coinvolti nelle loro questioni logistiche, dando il loro aiuto e supporto.
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Questa ripresa 2020 sarà ancora più dura
Quest’anno, a tutto questo, si aggiunge il forte senso di incertezza rispetto a come sarà il ritorno a scuola e quali saranno le condizioni a difesa del pericolo di contagio da Covid-19.
Mancheranno molte risposte e non sempre troveremo delle soluzioni.
L’incertezza è sicuramente motivo di stress e ansia ma preoccuparsi di una situazione non definita non solo è inutile ma è anche dannoso.
Inutile perché qualsiasi cosa si faccia è fatta alla cieca. Dannoso perché si consumano inutilmente le energie psicofisiche che invece saranno indispensabili quando dovremo trovare la migliore soluzione.
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